Nel Medioevo l'organizzazione degli insediamenti nel territorio arianese è avvenuto in continuità con il mondo classico nei casali di " Castelli Amandie", di "Casavetere", di " Tre Santi ", di "S.Nicola a Trignano ", di " S. Eleuterio ".

La vita di questi insediamenti rurali ubicati in prossimità degli antichi assi viari richiedevano il funzionamento di figuline per la produzione di manufatti ceramici di uso quotidiano.

Mentre venne meno il commercio ad ampio raggio dei prodotti di ceramica fine, nelle aree rurali continuò il funzionamento sia pure in maniera ridotta di figuline destinate a produrre i manufatti necessari all'uso quotidiano.

Ad Ariano negli ultimi vent'anni i lavori di scavo condotti sul Castello, alla Rampa S.Paolo, a via

P. P. Parzanese e al Sambuco - Strada hanno consentito i recupero di numerosissimi frammenti di ceramica medievale. 

La presenza di tutte le classi di produzione: dalla ceramica comune alla vetrina pesante,  alla ceramica dipinta, alla ceramica invetriata e alla maiolica ( cosiddetta protomaiolica ) potrebbero attestare la presenza di figuline. 

I dati recentemente offerti dalla cultura materiale ed attualmente in corso di studio sembrano confermati dalle fonti documentarie. Nel Chronicon di S. Sofia è attestata la presenza della chiesa di S.Angelo nel 948 come dipendenza di S. Sofia, la quale viene definita grancia in un altro documento del 1125.

 Se si parla di grancia vuol dire che l'area di S.Angelo, quindi la parte orientale dei Tranesi, si configurava come un'azienda agraria di piano dove probabilmente era presente la figura del figulo - contadino.  Dal 1125 saltiamo alla lettere dal 1301 con cui Carlo d'Angiò tassava sia i produttori di ceramica sia i commercianti. Questo significa che agli inizi del XIV secolo dovevano esserci scambi commerciali dei prodotti ceramici arianesi.


L'ipotesi che si può formulare è che la grancia di S.Angelo si sia specializzata nella produzione ceramica. L'ubicazione del'area ricade al di fuori della cinta muraria immediatamente vicino a quella che sarà chiamata la " porta della Strada ". 

 

Nel 1421 l'allora duca di Milano e conte di Ariano Francesco Sforza incrementò l'arte figulina facndo venire da Faenza alcuni maestri che si aggiunsero agli abitanti di Trani come riferisce T. Vitale nella Storia della Regia Città di Ariano edita nel 1794: " per i suoi grandi meriti il conte Francesco da Filippo Visconti (Sforza), Duca di Miano, ... Conte di Ariano. Nel 1421 fu dal Re LUigi spedito Vicerè in Calabria... A suo tempo si introdusse in città l'arte di far ogni sorta di vasellame di creta da alcuni, che egli portò di Faenza; Arte, che ancora sussiste con maggiore industria, e tali Artefici chiamasi tuttora Faenzari. Vennero altresì nello stesso tempo a dimorarvi i cittadini di Trani, debellati dal Principe di Taranto, e dal Piccinnino; e formandosi le loro abitazioni in alcune Grotti, ancora esistenti, quel Rione prese il nome di Tranesi".

Dal documento fiscale del 1445 siconoscono ben 141 famiglie che avevano popolato la parte bassa della collina attraversata dalla via regia delle Puglie ricostruita nella seconda metà del XVI secolo. Lungo di essa trovarono posto punti vendita dei mastri ceramisti e le taverne necessarie  per il riposo e ristoro dei viandanti dei loro cavalli omuli. Inizia con il XVI secolo un periodo florido per la ceramica arianese che tocca il culmine nel XVIII secolo dimostrando grande fantaia e realizzando fogge dipinte con i colori intensi e scintillanti del giallo arancio, del verde ramina, del bruno di manganese e del blu cobalto.



La via della creta


  XVI-XX secolo